Il gran bosco d’Italia – Nicola Misasi

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 “ Il gran bosco d’Italia”: «Si volga uno sguardo alla carta d’Italia, e là dove la Calabria … ivi la catena degli Appennini, i boschi si alternano con le praterie, gli altipiani con le colline dal dolce declivio, le valli profonde con i monti altissimi; le gole anguste con le pianure sconfinate, il terreno acquitrinoso con le rocce granitiche. Dai fianchi di quei monti, che han caverne e burroni, sgorgano per l’uno e per l’altro versante torrenti e ruscelli innumeri che perdono dopo breve corso il loro nome e si riuniscono per formare il Tacina, il Neto, il Savuto, il Moccone, il Crati cantato da Virgilio … Ed è questa la Sila

Nicola Misasi (1850-1923) nato a Cosenza, fu uno scrittore e giornalista influenzato dalla corrente letteraria del Verismo, che mirava a rappresentare la realtà sociale in modo oggettivo, con particolare attenzione alle classi umili e agli ambienti rurali. Le sue opere spesso esplorano la vita, le difficoltà, le tradizioni e il paesaggio della Calabria, con uno sguardo partecipe e a volte critico verso le condizioni sociali dell’epoca.
La raccolta di novelle “In Magna Sila”, pubblicata nel 1883, è considerata una delle sue opere più significative e quella che lo lega indissolubilmente a questo territorio.  I racconti sono ambientati proprio sull’altopiano della Sila Grande e hanno come protagonisti contadini, pastori e gente umile che lottano per la sopravvivenza in un ambiente naturale aspro e spesso ostile.
Misasi descrive con realismo la loro vita quotidiana, le loro fatiche, le loro credenze, i loro amori e le loro tragedie, offrendo un quadro vivido e autentico della società silana di fine Ottocento.
Nei suoi racconti, la natura della Sila non è solo uno sfondo, ma diventa quasi un personaggio a sé stante, con la sua bellezza selvaggia, i suoi boschi, i suoi silenzi e le sue improvvise tempeste che influenzano profondamente la vita degli abitanti.


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