La resinazione è il procedimento di estrazione e raccolta della resina mediante tecniche particolari di incisioni, che restano visibili sul tronco. Può essere praticata mediante un procedimento a vita, su piante destinate allo sfruttamento, oppure a morte, apportando 3 o 5 incisioni sullo stesso tronco, sulle piante mature destinate all’abbattimento.



Il Pino laricio (o Pino silano) occupa un posto di primissimo piano nella storia antica e moderna dei popoli del mediterraneo, tanto da essere considerata una pianta simbolo tra le specie forestali della montagna calabrese. Questa pianta era molto nota, ad esempio, agli antichi romani sia per la qualità del legname (molto utilizzato per travature e per costruzioni navali) e sia perché da essa si otteneva una resina molto famosa, universalmente conosciuta come pece bruzia, ritenuta la più profumata e apprezzata del mondo antico, tanto che Strabone scrisse: “…la Sila produce la pece migliore che si conosca, detta pece bruzia”. La pece bruzia fu infatti tradizionalmente utilizzata per impregnare le navi della flotta di Roma Antica.



La resina, per millenni ottenuta mediante incisioni a spina di pesce praticate sul tronco degli alberi, è stata largamente utilizzata nel passato sia per le sue proprietà medicinali che per usi veterinari, in enologia e in cucina. Nell’area della Sila i calzolai usavano mischiare la resina alla cera d’api per ammorbidire lo spago impiegato per la cucitura a mano delle scarpe.

Nelle foto il bosco di Gallopane (Sila Greca)
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