Provvedimenti per la colonizzazione dell’altopiano della Sila

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Fausto Gullo: Estratto dell’intervento alla Camera dei Deputati

Nell’aula della Camera dei deputati, il 21 aprile 1950, durante la discussione sui Provvedimenti per la colonizzazione dell’altopiano della Sila e dei territori ionici contermini:

«Sì, onorevoli colleghi – io parlo a coloro che non lo conoscono – l’altopiano silano è veramente meraviglioso. Vorrei che ognuno di voi lo vedesse, e, poiché ha una bellezza cangiante secondo le stagioni, vorrei che lo vedesse ora, nella tarda primavera, quando si presenta all’occhio stupefatto del visitatore come immenso tappeto vivido di cento colori senza nome, circondato da una solenne corona di boschi. Bella la Sila anche per le leggende che l’accompagnano, specialmente per chi abbia la mia età ed abbia potuto da fanciullo udire queste leggende dal labbro di coloro che parlavano di un tempo che avevano vissuto; le leggende e la storia della Sila, la storia anche del brigantaggio silano, di questo fenomeno non ancora studiato se non sotto l’aspetto deteriore, quello delinquenziale, dimenticando che esso ha anche costituito la ribellione di una massa umana misera e dispersa»…..

Successivamente spiega ai colleghi un antico canto popolare rimasto così agli atti della Camera:

Amuru iu, duvi siminai

A ‘nu ridacchi miezzu a due valluni.

Simminai granu e ricoglietti guai,

all’aria diventaru zampagliuni.

Vinne la gente bona a su cumprare,

pe’ dinari me deze succuzzuni.

Ivi alla Curte pe’ m’esaminare

u capitanu me mise  mprigiuni.

Livi allu liettu pe’ me riposare,

cadietti e scamacciavi li picciuni.

Livi allu fuoco pe’ li cucinare

a gatta mi pisciatte li curvuni!

<<Amaro me, dove mi toccò di seminare. In una zona sabbiosa in mezzo a due torrenti. Seminai grano ma purtroppo raccolsi guai, perché il grano mi diventò, nel momento in cui lo raccoglievo, uno sciame di grilli fuggenti. Perché questo? Perché effettivamente accadeva anche allora quello che accade ora: che il grano non è ancora raccolto sull’aia che esso è già tolto alla disponibilità del contadino dal sequestro dei pretesi creditori. E continua il canto. Il disgraziato, visto che non ricavava da quella piccola zona nulla se non grilli fuggenti, pensò di vendere il pezzo di terra ed ecco viene il galantuomo per acquistare il piccolo fondo, e invece di soldi gli dà dei succuzzuni cioè, dei cazzotti>>.

<<Ed anche questo esprime la tragedia delle nostre popolazioni, che si videro appunto tolte le loro terre dalla violenza e dalla frode dei galantuomini, e continua. Attualità viva e presente: questo disgraziato che non era riuscito a raccogliere il grano da lui seminato, che non era riuscito a vendere la terra se non avendone, invece di denaro, cazzotti, è ancora una volta un ingenuo, perché ricorre alla giustizia del suo paese per veder valutate e riconosciute le sue ragioni. Ma, naturalmente, gli accade quello che accade anche adesso: che fu lui a essere messo in prigione>>.

<<Finito il periodo trascorso nella prigione, allora il povero uomo torna a casa. Qui viene l’ironia, la tragedia e profonda ironia. Andai a casa per riposarmi, ma caddi dal letto e schiacciai i piccioni che erano sotto. Guardate, onorevoli colleghi: egli viveva insieme con gli animali. Una realtà che ancora adesso constatiamo, ed e anch’essa un argomento di questo canto così doloroso e così espressivo.>>

<<Ma la tragedia di questo disgraziato continua ancora: avendo schiacciato i piccioni che erano sotto il letto, pensò di cucinarli e mangiarseli. Ma, andai al focolare per cucinare i piccioni, il gatto aveva orinato sui carboni e li aveva spenti.>>

<<Sentite, onorevoli colleghi, quanta tragedia in questi versi di un canto popolare? E tutti i canti della mia terra sono così: mai un accento di letizia. È questo un fatto significativo, altamente significativo. Con tanto sole, con tanta bellezza di cose, con tanta vastità luminosa di orizzonte, gli uomini che vi vivono non hanno se non voci di tristezza e di dolore. Se non ci fosse altro a provarvi la miseria di questi uomini, basterebbe questo a darvene la dimostrazione più lampante.>>

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