
Il lago Cecita è artificiale e di creazione moderna, ma lungo il fiume Cecita già abitavano popolazioni che coltivavano questi luoghi e lavoravano l’ossidiana proveniente dalla lontane isole Eolie trasformandola in utensili.
È situato a un’altitudine di 1 143 metri s.l.m. ed è il più grande dei laghi dell’altopiano silano
Realizzato per la produzione di energia elettrica, il lago è stato creato negli anni cinquanta sbarrando con una diga il fiume Mucone, affluente destro del Crati, che nasce alle pendici del monte Serra Stella, situato tra Monte Curcio e Monte Scuro, per poi scendere repentino verso la valle del Crati.
La diga è stata costruita nella vallata del Cecìta nei pressi dell’omonimo torrente, affluente destro del Mucone, da cui prendono il nome, oltre alla valle stessa, anche la diga e il lago.
Il lago Cecìta custodisce un importante patrimonio archeologico venuto alla luce alla fine del XX secolo: l’attività di scavo, iniziata nel 2004, ha permesso il ritrovamento di notevoli reperti in tutta la valle del Mucone.
Le testimonianze più antiche risalgono al periodo dell’uomo di Neanderthal. Tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’età del rame (3800-3300 a.C.), tutta la Sila venne occupata da insediamenti di agricoltori e pescatori che sfruttavano le antiche conche lacustri (Arvo e Cecìta) per un caratteristico metodo di pesca con la rete.
Nel mese di settembre del 2017, a causa della siccità che ha provocato l’abbassamento delle acque del lago, sono stati ritrovati sulla sponda destra in località S. Lorenzo del comune di Spezzano della Sila resti mandibolari, dentari e l’omero di un rarissimo esemplare di elephas antiquus, specie prossima al mammut africano che ha abitato l’Europa circa 700 000 anni fa.
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